HOME PAGE
HOME PAGE
Parrocchia di San Lorenzo Martire - via Leone XIII, 15 - quartiere di Redona (Bergamo)
- Home
- Contatti - info
 
Calendario
- Pastorale
- Mensile
 
Catechesi
- Catechesi adulti
 
Omelie
 
Contenuti CD
- Catechesi
 
Archivio
- Eventi
 
Donazioni
- Su conto corrente
 
Periodico mensile
- DVD raccolta annate 1981-2013
 
Collegamenti
21/12/08 IV domenica di AVVENTO

INIZIO E LETTURE

OMELIA

IV di Avvento 2008

Il divorzio e la comunità cristiana


Dal libro del Deuteronomio
(Dt 24,1-4)

Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa. Se essa, uscita dalla casa di lui, va e diventa moglie di un altro marito e questi la prende in odio, scrive per lei un libello di ripudio, glielo consegna in mano e la manda via dalla casa o se quest'altro marito, che l'aveva presa per moglie, muore, il primo marito, che l'aveva rinviata, non potrà riprenderla per moglie, dopo che essa è stata contaminata, perché sarebbe abominio agli occhi del Signore; tu non renderai colpevole di peccato il paese che il Signore tuo Dio sta per darti in eredità.


Dal Vangelo di Matteo
(Mt 19,1-9)

In quei giorni, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati. Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «E lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio».

Il divorzio e la comunità cristiana

La presenza di molti cristiani divorziati nelle nostre comunità e la loro difficile riconciliazione nella comunione ecclesiale pongono una serie di domande alla nostra Chiesa.

Il costume e il diritto civile ammettono il divorzio. L'indissolubilità è ormai solo una regola del diritto e della disciplina della Chiesa.

La comunità considera anche i divorziati risposati come suoi figli, partecipi della vita ecclesiale; ma li esclude dalla comunione eucaristica in quanto la loro condizione li pone in una situazione di oggettiva contraddizione con la Chiesa. Questa situazione è vissuta dai divorziati sempre più con un senso di esclusione e di ingiustizia; e provoca disagio in molti pastori e in molti fedeli.

Non si potrebbe trovare una soluzione nella valorizzazione di un reale cammino di riconciliazione culminante nell'assoluzione sacramentale che reintegra nella comunione e permette di vivere cristianamente il nuovo cammino? È un problema che le nostre comunità non potranno continuare ad eludere.