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Parrocchia di San Lorenzo Martire - via Leone XIII, 15 - quartiere di Redona (Bergamo)
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ANNO PASTORALE 2023-2024

Nelle lunghe giornate di sole estive ci ritroviamo a pensare e ripensare gli appuntamenti in vista del nuovo anno: è un'occasione potersi sedere attorno al tavolo e riflettere con adulti della Comunità, discernendo il cammino fatto e intuendo i possibili passi percorribili e le attività per poterli vivere.
Nel programmare il pensiero va subito, suscitando un istante di silenziosa meditazione, a tutte quelle persone che nei mesi trascorsi e anche ora si trovano a sperimentare un particolare momento di sofferenza a causa di una malattia, di un lutto, di situazioni faticose e laceranti, di relazioni infeconde e così non possiamo che riportare alla mente e al ricordo i tanti volti della nostra Comunità con affetto, stima e compassione.
Insieme ai loro vengono alla mente i volti di quell'umanità segnata in modo prepotente e repentino da catastrofi naturali come alluvioni, terremoti, sollecitando la coscienza di ognuno ad essere partecipe fattivamente, sullo scenario sociale locale, nell'assunzione di uno stile umano di cura responsabile e di presa in carico seria del Creato. Ancora, il pensiero va alle tante vittime delle guerre, di tutte le guerre e in particolare di quella che a noi sembra tanto vicina tra la Russia e l'Ucraina; guerre che ci richiamano fortemente a lavorare nelle nostre storie e vite per alimentare sempre più il desiderio e il sogno di pace; una pace per tutti e con tutti.
Come poter dimenticare, inoltre, le tante vittime del mare, delle violenze di ogni genere da quelle domestiche a quelle organizzate, delle discriminazioni, del lavoro, delle strade e dell'indifferenza. Questi pensieri ci hanno accompagnato nel fissare in questa piccola agenda di Comunità gli impegni, chiedendoci di tenere aperto lo sguardo sul mondo a partire dal nostro quartiere; uno sguardo che desidera vedere la creazione tutta e in essa pensare ad azioni umane capaci, davvero, di custodire il bene ricevuto.
In questo sguardo aperto sul mondo poniamo il sogno nato nel lontano 1932 del nostro oratorio; un oratorio sognato, desiderato e atteso quale casa accogliente per la gioventù, dove potersi trovare per crescere insieme in relazione attraverso la preghiera, la riflessione, il gioco e Io stare insieme. Un crescere che nell'intenzione originaria vorrebbe accompagnare, per un pezzetto di strada, i ragazzi nel cammino del divenire uomini adulti capaci del buono e del bello e cittadini capaci di abitare responsabilmente la città costruendola a misura dell'uomo del proprio tempo.
Ci è parsa un'occasione importante e imprescindibile porre l'attenzione, proprio in questo nuovo anno, ai 90 anni che la struttura del nostro oratorio compie; novant'anni fatti di storia, di passione,

di pensiero, di discernimento, ma soprattutto di sequela del Maestro di Nazareth leggendo i segni del proprio tempo così da plasmare il compito educativo della Comunità cristiana verso l'umano fattuale del proprio tempo.
Il 9 settembre del 1934 veniva posta la prima pietra, con una piccola festa, ma serbando nel cuore il sogno di una grande costruzione e di un grande progetto educativo; la povertà, le ristrettezze economiche e la seconda guerra mondiale hanno segnato indelebilmente questo progetto rendendo la sua realizzazione lenta e a singhiozzo con fermate e riprese; tanto che l'attesa inaugurazione si è dovuta continuamente spostare. Sarà solo nell'ottobre del 1950, dopo aver già ammodernato il Teatro-oratorio, poi Teatro Aurora ed oggi Sala della Comunità Qoelet, che si giungerà ad un'inaugurazione ufficiale. Dai fogli polverosi dei bollettini della nostra Comunità di quegli anni tanti articoli sono dedicati all'oratorio e rivelano, a noi quasi con commozione, l'impegno di una Comunità che subito si è messa all'opera per la costruzione, andando la domenica al fiume Serio a prendere i sassi e la sabbia; offrendo i piccoli risparmi; lavorando gratuitamente. E subito i ragazzi, dalla posa della pietra, hanno abitato i cortili, allora ancora campi incolti, con il gioco. Colpisce questa sinergia tra la costruzione e la vita: non c'è stato tempo in cui il nostro oratorio sia stato vuoto, ancor prima di avere la struttura i ragazzi l'hanno abitato ancor prima di essere ultimato ed inaugurato. Questo ci ha spinto a festeggiare i novant'anni, perché seppur le strutture non fossero finite, l'azione educativa della Comunità in oratorio era già in atto ed oggi ci incoraggia a continuare nell'impegno formativo che, dopo decenni, si cerca di portare avanti memori di ciò che è stato seminato in termini di relazioni e di cammini umani. Vorremmo vivere questo anno con alcuni momenti significativi - in particolare a gennaio nella festa dell'oratorio la domenica 28 - per ringraziare tutti del tanto cammino fatto: se l'oratorio a Redona esiste è grazie a tutta la Comunità. «L'oratorio bergamasco è un Oratorio che non nasce dall'idea, dalla passione, dalla grazia, dal carisma di una persona, ma dal sentire di una comunità e questo è un tesoro prezioso che voi non solo avete custodito, ma avete arricchito», così si rivolgeva a tutta la nostra comunità il nostro vescovo Francesco, ormai cinque anni fa, nella festa dell'inaugurazione della ristrutturazione dell'oratorio; ne siamo consapevoli, orgogliosi e riconoscenti, perché se il nostro oratorio è un riferimento prezioso nel cammino educativo del quartiere è grazie alla nostra Comunità cristiana che, in questi novant'anni, ad esso si è dedicata e spesa con particolare attenzione e generosità. Che la festa del novantesimo sia la festa di tutti i redonesi.


I preti della Comunità