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Parrocchia di San Lorenzo Martire - via Leone XIII, 15 - quartiere di Redona (Bergamo)
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07/12/2014
II domenica di AVVENTO

INIZIO E LETTURE

OMELIA

Itinerario di Avvento 2014
IL SOGNO DI GESU'
2
Il sogno di Gesù
nascea Nazareth

Il paese di Nazareth lo si incontra fin dall’inizio del Vangelo. E torna varie volte, soprattutto nella prima parte del Vangelo. Ci viene consegnato, infatti da Luca e dagli altri evangelisti come il luogo nel quale vive Maria. È qui che Maria – ci racconta Luca – riceve l’annuncio della nascita di Gesù. Ed è qui che Gesù cresce, insieme con Maria e Giuseppe, fin quando inizia la sua vita pubblica. Allora lascerà Nazareth per spostarsi a Cafarnao e per iniziare il suo cammino nei villaggi della Galilea e, poi, della Giudea. Non ritornerà che poche volte a Nazareth e non vi troverà neppure una grande accoglienza, quando vi tornerà, ma gli anni vissuti a Nazareth saranno fondamentali per lui. Il vangelo di Luca raccoglie in poche battuto quello che avviene a Nazareth in quei lunghi anni. Ci dice che il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (Lc 1, 40). E poi, ancora, che Gesù a Nazareth stava sottomesso a Maria e Giuseppe e che cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2, 52). Ci dice poco, il Vangelo, per nutrire la nostra fantasia e la nostra curiosità, ma ci dice ciò che è essenziale per scoprire che Gesù è davvero uno di noi. Che condivide tutto di noi: nasce come noi e cresce come noi. Vive delle relazioni, come noi. Ed ha bisogno di passare attraverso l’affetto e la cura di Maria e di Giuseppe per crescere, per imparare la bellezza ed il gusto della vita. I lunghi anni di Nazareth sono gli anni nei quali Gesù impara il mestiere dell’uomo: impara a parlare, impara a diventare grande in mezzo agli altri, impara la gioia dell’affetto e dell’amicizia. Impara la bellezza di mangiare insieme e di far festa insieme. Impara a vedere e gustare le cose di tutti i giorni: i fiori che spuntano lungo le strade, il grano che cresce nei campi, gli uccelli che fanno i loro nidi sugli alberi. Impara a gustare i piccoli gesti quotidiani: il contadino che semina e cura i suoi campi, il vignaiolo che cura la vite e vendemmia l’uva, la donna che spazza la casa e che prepara da mangiare.

Chissà quante volte avrà visto sua madrefare i piccoli lavori di casa. Chissà quante volte l’avrà vista cucinare. Chissà quante volte, soprattutto, l’avrà vista impastare e preparare il pane che poi sarebbe stato condiviso a tavola. Probabilmente questo gesto semplice l’ha colpito profondamente se varie volte nelle parabole che racconterà e nei discorsi che farà parlerà del pane e del lievito. Il gesto della donna che impasta il pane è, anzi, talmente ricco, per lui, da diventare addirittura parabola del regno dei cieli, segno cioè di ciò che compie la tenerezza di Dio quando l’uomo accoglie il suo dono: "Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata" (Mc 13, 33). Certo è spropositata la quantità di farina che la donna impasta, è fuori misura, è troppa per una famiglia, - perché il dono che Gesù fa di Dio è sempre grande, abbondante - ma il gesto del quale Gesù parla è proprio quotidiano e ci dice della quotidianità del dono di Dio. Quando qualcuno di noi ha visitato Nazareth, poche settimane fa, è rimasto colpito dagli scavi che hanno rimesso in vista il villaggio di Nazareth, proprio presso la grande basilica dell’annunciazione che custodisce quella che secondo la tradizione è la casa di Maria. Ti trovi lì a tu per tu con gli anfratti, le grotte scavate e costruite che costituivano il villaggio nel quale anche Gesù è vissuto. In bell’evidenza, proprio presso la basilica dell’annunciazione si apre una casa, una grotta ben conservata che sembra abbandonata da poco. Ti sembra di vedere ancora – lì- le persone che vivono, i bambini che dormono, le donne che cucinano. E lì, visibilissimo, sta il forno nel quale veniva cotto il pane. Come non pensare ai gesti di Maria che impasta il pane e che lo cuoce, affascinando Gesù? La vicina di Maria – come affettuosamente abbiamo chiamato la padrona di casa – ci ha rimandato a lei e, soprattutto a Gesù, al suo sogno che nasce proprio qui, in una quotidianità sconvolgente e affascinante.